Lo scompaginatore, Eduardo Galeano

Fragile Chairs by Hidemi Nishida

 

Erano separati il cielo e la terra, il bene e il male, la nascita e la morte. Il giorno e la notte non si confondevano e la donna era donna e l’uomo, uomo.
Ma Exù*, il banditore errante, si divertiva, e si diverte ancora, a combinare guai proibiti.
Le sue diavolerie cancellano le frontiere e uniscono ciò che gli déi avevano separato. Per opera sua, il sole diventa nero e la notte arde, e dai pori degli uomini scaturiscono donne, e le donne traspirano uomini. Chi muore nasce, chi nasce muore, e in tutto ciò che è stato e sarà creato si mescola il diritto e il rovescio, finchè non si sa più chi sia il mandante o il mandatario, né dove sia l’alto o il basso.
Più poi che prima l’ordine divino ristabilisce le sue gerarchie e le sue geografie, e mette ogni cosa al suo posto e dà a ciascuno il suo; ma più prima che poi fa la sua ricomparsa la follia.
Allora gli dèi si lamentano dell’ingovernabilità del mondo.

 

Eduardo Galeano, Lo scompaginatore in Specchi, Una storia quasi universale, (Sperling&Kupfer, 2008)

 

*Exù, o Eshu è una delle divinità più rispettate nella religione yoruba (popolazione dell’Africa Occidentale). considerato intermediario fra gli dèi e l’uomo. A lui vengono attribuiti i colpi di fortuna, le intuizioni geniali, il buon successo nel commercio e nelle imprese di qualsiasi genere; per questo motivo, lo si invoca all’inizio di ogni attività, e all’inizio di ogni rituale religioso e magico. È il protettore dei viaggiatori e il dio delle strade (e in particolare degli incroci dove vengono lasciate offerte in suo onore), oltre ad essere il custode della casa. È associato alla fertilità e non a caso viene spesso raffigurato con organi sessuali vistosi. In suo onore è consigliabile collocare una pietra dalla forma umanoide dietro la porta e sul pavimento.  Il suo simbolo è una collana imperlata con elementi rossi e neri che rappresentano i due poli opposti: la vita e la morte, la guerra e la pace, la sfortuna e la buona sorte.

 

[Foto: Hidemi Nishida, Fragile Chairs]

Specchi, Eduardo Galeano

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Gli specchi sono pieni di gente.
Gli invisibili ci vedono.
I dimenticati ci ricordano.
Quando ci vediamo, li vediamo.
Quando ce ne andiamo, se ne vanno?

 

Fatti di desiderio

La vita, senza nome, senza memoria, era sola. Aveva le mani, ma non aveva chi toccare. Aveva la bocca, ma non aveva con chi parlare. La vita era una, ed essendo una non era nessuna.
Allora il desiderio tirò con il suo arco. E la freccia del desiderio divise la vità a metà e la vita fu due.
i due s’incontrarono e risero. Li faceva ridere vedersi, e anche toccarsi.

Eduardo Galeano, da Specchi (Sperling & Kupfer, 2008)

 

[ Foto: René Magritte, 1932 ]

Utopia, Eduardo Galeano

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“Una carta del mondo che non contiene il Paese dell’Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perché non contempla il solo Paese al quale l’Umanità approda di continuo. E quando vi getta l’ancora, la vedetta scorge un Paese migliore e l’Umanità di nuovo fa vela. “

Oscar Wilde

 

“Lei è all’orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l’utopia? Serve proprio a questo: a camminare.”
Eduardo Galeano, Parole in cammino

 

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*Utopia dal greco οὐ (“non”) e τόπος (“luogo”) : “non-luogo”, ma anche  dall’omofono inglese eutopia, derivato dal greco εὖ (“buono” o “bene”) e τόπος (“luogo”), che significa quindi “buon luogo”, di qui l’accezione del termine (si veda Thomas More) di luogo ideale  mai raggiungibile.

Eduardo Hughes Galeano (Montevideo, 3 settembre 1940 – Montevideo, 13 aprile 2015) è stato un giornalista, scrittore e saggista uruguaiano. Scrittore e intellettuale particolarmente stimato, soprattutto per la sua intensa produzione letteraria a metà strada tra narrazione, documentazione, giornalismo e analisi politica e storica.
Tra le sue opere ricordiamo: Le vene aperte dell’America Latina, libro di denuncia per lo sfruttamento che dal XV secolo ad oggi l’America è costretta a subire; e Memoria del fuoco, opera per la quale fu paragonato per raffinatezza narrativa a Gabriel García Márquez, divisa in tre parti racconta la storia dell’America dalla sua scoperta (1492) ai giorni nostri.