La grande gioia, Pablo Neruda

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Verrà il momento in cui una riga, l’aria
che sconvolse la mia vita, giungerà alle sue orecchie…

P. Neruda

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L’ombra che indagai più non m’ appartiene.
lo ho la gioia duratura dell’albero maestro,
l’eredità dei boschi, il vento del cammino
e un giorno deciso sotto la luce terrestre.

Non scrivo perché altri libri mi imprigionino
né per accaniti apprendisti di giglio,
ma per semplici abitanti che chiedono
acqua e luna, elementi dell’ordine immutabile,
scuole, pane e vino, chitarre e arnesi.

Scrivo per il popolo anche se non potrà
leggere la mia poesia coi suoi occhi rurali.
Verrà il momento in cui una riga, l’aria
che sconvolse la mia vita, giungerà alle sue orecchie,
allora il contadino alzerà gli occhi,
il minatore sorriderà spaccando pietre,
il frenatore si pulirà la fronte,
il pescatore vedrà meglio il bagliore
di un pesce che palpitando gli brucerà le mani,
il meccanico, pulito, appena lavato, pieno
di aroma di sapone gua!derà i miei poemi,
ed essi forse diranno: «Fu un compagno».

Questo è sufficiente: questa è la corona che voglio.
Voglio che all’uscita delle fabbriche e delle miniere
la mia poesia sia aderente alla terra,
all’aria, alla vittoria dell’uomo maltrattato.

Voglio che un giovane trovi nella durezza
che ho costruito con lentezza e con metalli
come una scatola, aprendola, faccia a faccia, la vita,
e affondandovi l’anima tocchi le raffiche che fecero
la mia gioia, nell’altitudine tempestosa.

 

Pablo Neruda, da Tra le labbra e la voce (Trad. Giuseppe Bellini)

3 thoughts on “La grande gioia, Pablo Neruda

  1. Astralla ha detto:

    Adoro Neruda… Grazie…😊

  2. gilda.m ha detto:

    Astralla… scusami 😀

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